giovedì 2 maggio 2013

E anche questo Salone del Mobile...

E' finito? Saloni, Presaloni, Fuorisaloni, tutto?
Abbiamo smesso di parlarne?
Abbiamo letto fino all'ultimo rigurgito di design, nuove tendenze e cosa-sarà-di-noi nel prossimo futuro?
Abbiamo detto ciao a Fabio Novembre?

Oddio, non ne sono così certa, dato che un paio di siti mi informano non più tardi di 24 minuti fa che Kartell ha realizzato una nuova linea di vasi decorativi in PMMA trasparente, battezzata I SHINE U SHINE HE SHINE SHE SHINE
Complimenti per il nome.

Non bazzico spesso dalle parti dei Navigli, per cui sarei anche curiosa di sapere se abbiamo chiuso con le rane pensili





che è bastato un attimo ed è stato subito Natale 2005, con i Babbi Natale appesi ai balconi come orde di piccoli clochard intraprendenti, che ora come allora continuano a suscitarmi solo del gran ribrezzo.

Dunque, dicevamo: Salone.
La mia attenzione è stata come al solito catalizzata da un luogo che mi affascina sempre tanto: il bagno.

Le proposte per il bagno vanno più o meno tutte nella direzione di creare un ambiente che sia sempre meno di servizio e lasci sempre più spazio alla cura di sé in senso lato: un'idea di benessere che alimenta corpo e spirito.
Una piccola spa personale.
Tutto, dai colori, agli spazi, ai materiali, agli accessori, sembra voler parlare all'emotività, più che alla razionalità.
Il bagno emotivo. E con questa mi sono guadagnata il "ma-ci-sei-o-ci-fai" di questa PE 2013.

Però ditemi voi se non ho ragione:

Novello - collezione Olympia

Novello - collezione Rexa
Gessi Milano

Innanzitutto io ve lo dico: se non avete uno chalet con vista sulle cime innevate del Monte Bianco e nemmeno una megavilla con vetrata ad accesso diretto al vostro immenso giardino disseminato di piante secolari, ecco, l'effetto non è proprio proprio lo stesso.
Poi, un'altra cosa: io trovo che la vasca da bagno freestanding sia una delle cose più belle in assoluto, darei un rene per immergermi in un bubble bath zuccheroso al centro della mia salle de bain, potrei seriamente chiedere il telelavoro per passare le ore in un posto del genere: laptop, telefono, wireless a palla, impianto stereo e qualche snack per le pause, uscirei solo per le riunioni e le presentazioni dai clienti ("hey, ma cosa ti è successo alle mani?" "ma nulla, ho perso quattro strati di pelle, sai, rimango immersa 10 ore al giorno").
Eppure.
Lo sapete voi di quanto spazio necessita una roba del genere?
Io sì, perché in un passato piuttosto recente mi sono presa una sbandata per la Po di Boffi
Boffi - Po

Praticamente servono minimo 40mq di superficie, altrimenti non ha senso.
Al giorno d'oggi, poi, non so voi, ma qui a Milano 40mq sono spesso la misura di un bilocale, per dire.
Anche volendo dormirci dentro, che secondo me proprio scomoda non è, alla fine non ne vale la pena.
Insomma, prima o poi dovrò arrendermi all'evidenza che la liaison fra me e la freestanding non s'ha da fare. 


E in mezzo a tutto questo sfarzo di spazi ed emotività, arriva lui, Mr. Antonio Lupi, Nostro Signore del Lavello, a razionalizzare la faccenda, e ci presenta un innovativo sistema per il bagno in cui tutto è a scomparsa, celato all'interno di nicchie che vengono aperte e chiuse a seconda della necessità





Razionalità e funzionalità allo stato puro: lo spazio non è più protagonista, al contrario lascia la scena al movimento e alla trasformazione. 
Rimane l'essenziale: i sanitari e le pareti. Tutto il resto, dal porta sapone al porta scopino, dai porta spazzolino ai ganci per appendere asciugamani e accappatoi, alimenta un gioco di oggetti che svela gli elementi e li nasconde, dando origine a forme e rapporti di spazio sempre nuovi.
Un gioco, appunto. Divertente, anche.
Con grande originalità, il sistema si chiama Sesamo, e io già mi vedo uscire dalla doccia con l'asciugamano in testa a mò di turbante ed esclamare "Apriti, rotolo!"

Però, Antonio, ecco, io te la vorrei dire una cosa, da parte di tutte noi.
Noi donne moderne, noi che abbiamo una carriera, una famiglia, delle amiche, lo shopping, l'aperitivo delle 7, il corso di pilates e il telefono come protesi naturale. 
Noi che siamo Azzurre di multitasking.
Noi che mentre si twitta avviamo la lavatrice, spazzoliamo il gatto, mescoliamo le zucchine sul fornello. Noi che non ci scandalizziamo se, mentre discutiamo l'ultimo gossip con l'amica del cuore, sentiamo lo sciacquone che viene tirato dall'altra parte del filo, perché è complicità femminile anche quella.
Quindi vedi, Antonio, che già la vita è complicata di suo, e allora io non voglio giocare a Memory coi tasselli per ricordarmi dove sta la carta igienica.
Ma soprattutto ti svelo un segreto: mentre sono al telefono con l'amica adorata ma logorroica che tanto parla solo lei, io spesso mi lavo i denti, mi metto la crema idratante e mi levo lo smalto sbeccato dalle unghie. Per questo io ho bisogno che sia tutto già lì a portata di mano. Carta igienica compresa. Perché se a quel punto mi scappa anche la pipì io davvero temo di non avere abbastanza mani per giocare ad Ali Babà e i 40 ladroni.